venerdì 29 luglio 2011

“Tesori da Spiaggia” 2011

Rifiuti in spiaggia a Silvi Marina (Teramo) 7/7/11
 Sigarette, bastoncini di ghiacciolo, carte di gelato, bottiglie di plastica e flaconi di crema vuota, ma anche quotidiani sgualciti dal vento e riviste di gossip abbandonate.  Dipende in quale zone siamo …. a volte si possono trovare ancora scatole di tonno unte e perfino ombrelloni rotti.
Unica costante è che quasi sempre tutti questi tesori si trovano a pochi metri dal mare, sulla SPIAGGIA. Già la spiaggia … avete presente quella striscia di sabbia dove ci si sdraia per molti di noi gli unici 10 giorni di ferie dell’anno? Proprio quella.
Si è calcolato che una fila di “cicche” lunga quanto due volte l'Everest, oltre 17mila metri, verrà raccolta sulle spiagge nella due giorni, il 6 e il 7 agosto per liberare 330 spiagge da 600 mila filtri di sigarette abbandonati dai bagnanti. Ogni filtro impiega cinque anni per biodegradarsi e sparire dalla nostra spiaggia.
In fondo non sono tanti 17mila metri di mozziconi da raccogliere se pensiamo che secondo i dati 2011dell'Istituto Superiore di Sanità, in Italia i fumatori sono circa 12 milioni, ovvero il 22,7% circa della popolazione. Non andranno mica tutti al mare, vero? 
Facendo un po’ di conti, un giovane assistente bagnante impiegato da maggio a settembre in una spiaggia privata, potrebbe alla fine di ogni calda giornata di sorveglianza bagnanti, racimolare una vera fortuna e non solo sulla spiaggia ma naturalmente anche in mare.
Se fosse una caccia al tesoro o un concorso a premi per chi raccogli più schifezze sulla battigia, in questo fine luglio avrebbero buone possibilità di vincere i bagnanti di Silvi  -località balneare  abruzzese - invasa di rifiuti galleggianti  in una delle giornate più affollate di questo inizio estate.
Concludiamo con un consiglio per chi vuole partecipare alla caccia al tesoro:  i rifiuti  non galleggianti non fanno molta notizia, ma sicuramente sono sul fondo e non si vedono, ma valgono ugualmente.  Lanciamo allora questa “Caccia al Tesoro da Spiaggia” 2011.
Verranno pubblicate sul nostro sito le vostre migliori  testimonianze fotografiche di situazioni critiche “Tesori da spiaggia” (si consiglia di allegare qualche nota - data e luogo obbligatori). Modalità di invio: mail a scrivi@vivereilmare.it  formato JPEG dimensioni max 800x600 . Scadenza invio foto  30 agosto 2011. Per gli autori delle prime 15 migliori foto in regalo le fantastiche T-shirt di “Vivere il Mare”.
Aspettando di incoronare a fine agosto  i “fotografi - raccoglitori” sezione rifiuti sul litorale, vi ricordiamo che per le sezioni storiche: rifiuti nel centro città, rifiuti su marciapiedi, ingombro nei giardini ecc.. ci rivediamo a settembre. Non mancheranno le occasioni.
K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe

giovedì 14 luglio 2011

La Catena da spezzare


Video realizzato dagli studenti del Primo Liceo Artistico di Torino

Un piccolo uomo verde si allontana di spalle cantano  “sul mare luccica l'astro d'argento….” mentre l’ultimo bidone tossico viene tristemente buttato in mare. La “catena” continua, i pesci mangiano quello che trovano in mare e noi mangiamo i pesci.
I ragazzi del Primo Liceo Artistico di Torino alcuni anni fa hanno vinto con questo video il premio più significativo della manifestazione Video Festival di Vivere il Mare: il premio Giuria Giovani.
“Catena” molto attuale anche per il Professor Roberto Danovaro - direttore del Dipartimento di scienze marine dell’Università politecnica delle Marche -  intervistato dalla nostra redazione recentemente  in occasione di una sua conferenza organizzata a SlowFish a Genova. (guarda l'intervista)
  
«Sono tanti i rifiuti tossici ed è molto difficile sapere esattamente dove si trovano e quale danno stanno facendo. Pensiamo solo che il 95 % della biosfera -l'insieme delle zone della Terra in cui le condizioni ambientali permettono lo sviluppo della vita-  è sott’acqua e al buio - specifica Danovaro - e fino ad ora abbiamo esplorato solo il 5%  del “territorio marino”».
Fughe radioattive, incidenti petroliferi, relitti abbandonati e rilascio massivo di sostanze altamente tossiche…. ma anche “bombe & Co.” Già l’industria bellica ogni tanto fa pulizia adottando l’antico sistema di nascondere sotto il tappeto la polvere, vale anche per le munizioni e le armi chimiche  ovviamente. Bisogna pur metterli da qualche parte questi costosi avanzi e le profondità marine sembrano proprio invitanti nascondigli. Chissà quanti sono.
Oggi esistono grafici mondiali di zone marine proibite perché pericolose. Ad esempio l’adriatico tra i 115 metri e i 1.200 metri sembra essere una giusta discarica di residui bellici, ma non è il solo.
Zone p-e-r-i-c-o-l-o-s-e…. ma  chi decide i confini della pericolosità? Anche a pesci e molluschi è vietato l’accesso? Perché se ne parla poco? Abbiamo imparato a fare la polvere, ma non a pulire a fondo.

Verrebbe voglia di svuotare momentaneamente il mare, proprio come  l’assillante pubblicità di questa estate 2011 che “stappa” il mare come fosse una grande vasca da bagno. Svuotare il mare  per far pulizia: togliere le bombe, le munizioni, i cavi sottomarini, i grovigli di chilometri di reti abbandonate, i relitti arrugginiti e guardare a secco le trivellazioni e le piattaforme petrolifere incastonate tra i solchi lasciati delle reti a strascico.
Si sta giocando una grande partita con il mare, ma tutto ciò che conosciamo del mare profondo sotto i 3.000 metri  corrisponde alle dimensioni di due campi da calcio! 
Attenzione la squadra che vince sceglie il campo.

K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe

Focus

Slowfish 2011. Prof. Roberto Danovaro – Università politecnica delle Marche

Munizioni scaricate in mare: rischi e sfide  - http://www.greencrossitalia.org/
Reti fantasma danneggiano l’ecosistema marino - http://www.fao.org/news/story/it/item/19405/icode/

venerdì 1 luglio 2011

Buono, fresco, economico. Ritorna il pesce dimenticato

Tanti i progetti nell’estate 2011 per riportare sulle nostre tavole  il pesce che viene pescato accidentalmente e rigettato in mare

Pesce sciabola (Lepidopus caudatus)
ll mercato dei consumatori non li conosce, non li cerca sui banchi di vendita e di conseguenza non c'è un regolare approvvigionamento da parte degli operatori della distribuzione commerciale. Sono i pesci dimenticati, specie locali che generalmente vengono rigettate in mare dai pescatori perché ritenute poco pregiati, con gran spreco di risorse.
Una delle difficoltà nell'apprezzamento di queste varietà dimenticate e molto poco costose riguarda la scarsa conoscenza e capacità di preparare questi prodotti.
Sugarello, lampuga, spratto… ecco alcuni nomi di pesci che presto troveremo nei nostri menù estivi.
Partono proprio dalla loro preparazione le numerose iniziative che vogliono riportare sulle nostre tavole la qualità e la freschezza di una risorsa accantonata, che rappresenta un quarto del pesce catturato nei nostri mari, circa 27 milioni di tonnellate.
Diminuire gli scarti di pesca, fermare lo sfruttamento delle specie oggi più consumate e tutelare la biodiversità marina, questa è stata la ricetta proposta a Slow Fish, l’appuntamento organizzato maggio a Genova da Slow Food, che ha dato seguito a numerose iniziative.
Partiamo dal “Pesce ritrovato” di Fish Scale, progetto triennale di sensibilizzazione sul consumo ittico consapevole, finanziato dalla Commissione europea all’interno del programma LIFE e coordinato dall'Acquario di Genova, in collaborazione con numerosi partner.
Un’opera di sensibilizzazione, quella intrapresa da Fish Scale, che si concretizza in varie attività, tra cui i menu sostenibili del ristorante “Antica biblioteca Valle di Roma”, dove uno chef ogni martedì sera propone e spiega le ricette a base di specie ittiche minori.
Si può continuare con la “pescheria didattica” di Critical Fish della capitale, che insegna a conoscere il pesce e a consumarlo in modo critico, senza danneggiare le specie più a rischio, promettendo freschezza, qualità e criticità nell’approccio conoscitivo dei prodotti ittici.
Anche la grande catena di supermercati Iper ha lanciato un'iniziativa che si chiama “L'appetito vien studiando” realizzata in collaborazione con Eurofishmarket con l'obiettivo di stimolare, informare e formare i ragazzi alla conoscenza degli alimenti, per creare futuri consumatori consapevoli e figure professionali competenti.
Milano risponde con le scuole impegnate ad imparare i trucchi per riconoscere freschezza, specie alternative, tecniche di pesca sostenibile e gusto dei prodotti,  guidati da chef e professionisti del settore ittico.
Legambiente con  “Goletta Verde”, che da anni durante l’estate tocca le coste di tutta Italia per sensibilizzare il grande pubblico su tematiche legate all’ambiente, dedicherà tappe specifiche alla promozione del progetto, per i prossimi tre anni.
Insomma, tanti i progetti per riportare in tavola la qualità del nostro mare, con costi limitati per noi e per l’ecosistema marino.
Per avere un’idea di quello che perdiamo, basti pensare che il pesce sciabola, o pesce spatola, base pregiata per gli involtini di pesce siciliani, viene buttato in Sardegna, mentre gli zerri, molto apprezzati in Sardegna, sono gettati via in Sicilia. 

K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe



"Vivere il Mare" è andato a vedere cosa succede nella
"Pescheria didattica" Critical Fish - Roma, 28 giugno 2011