venerdì 27 maggio 2011

IL TONNO ROSSO, UN ASTRONAUTA DA RIPORTARE A CASA lungo fino a 3 metri, veloce quasi 100 km/h, pesante fino a 450 kg


                  Thunnus thynnus  spacciato                   Thunnus thynnus  non ancora spacciato


LA NOTIZIA CHE HO LETTO:
“Houston, abbiamo un problema” 40 anni fa il mondo iniziò a stare con il fiato sospeso per conoscere il destino degli astronauti in rotta verso la Luna.
Un incidente aveva squassato il loro fragile veicolo spaziale, l’Apollo 13: la rottura per sovrapressione di un serbatoio d’ossigeno li aveva infatti privati di gran parte delle risorse necessarie per sopravvivere, a oltre trecentomila chilometri da casa. Ce la fecero, grazie all’improvvisazione esperta e all’instancabile determinazione dei tecnici sulla Terra, che trasformarono il modulo lunare del veicolo in una scialuppa di salvataggio, riportarono a casa sani e salvi i navigatori dello spazio.


LA NOTIZIA CHE VORREI LEGGERE:
“Houston, abbiamo un altro problema”  oggi il mondo inizia a stare con il fiato sospeso per conoscere il destino dei tonni rossi in rotta verso il mediterraneo.


Un incidente aveva sconquassato il loro fragile equilibrio di riproduzione, la pesca indiscriminata in parecchi anni per portare sui piatti il miglior trancio di tonno da sushi, ne aveva infatti ridotto molto il numero e li aveva privati di gran parte delle risorse necessarie per sopravvivere. Ce la fecero, grazie all’improvvisazione esperta e all’instancabile determinazione dei tecnici sulla Terra, che trasformarono il modulo marino in una scialuppa di salvataggio, riportarono a casa sani e salvi i navigatori dell’oceano.


Ho  immaginato solo per un momento che davvero il mondo si fermasse con il fiato sospeso per un evento -non spaziale o catastrofico - ma ambientale, o meglio per preoccuparsi di una specie che rischia di essere spazzata via. Siamo d’accordo il tonno non ha la stessa espressività di un panda gigante o la stessa morbidezza “coccolosa” di un cucciolo di orso bianco, senza parlare della poca affinità  con il musetto di immaturi cuccioli di foche sterminate a randellate….ma il “Tonno” signore e signori, sta proprio attraversando un brutto periodo.
Tutti noi mangiamo tonno, sarà la simpatica scatoletta circolare che si sporca di olio appena cerchiamo di aprirla, che emana quell’ odore inconfondibile…, sarà quel rumore sordo del vasetto trasparente che si stappa con un grissino… o forse saranno le atmosfera eleganti con tacchi a spillo e coltelli affilati dei Sushi bar. Tutti noi mangiamo tonno e vogliamo continuare a mangiarlo, ma senza distruggere o alterare per sempre l’equilibrio di questa specie. Forse dobbiamo solo rispettare il suo tempo e il suo spazio.


Non credo che ci capiterà mai di guardare da vivo negli occhi questo gigante migratore del mare, che riesce a nuotare a quasi 100 km all’ora, e raggiunge i 3 metri di lunghezza. Ma se dovesse succedere…meglio essere preparati al suo sguardo.


Conviene sapere che finalmente nuovi controlli e nuove normative quest’anno porteranno a ridurre le catture del nostro “astronauta rosso”. Tutto ciò deve essere stato difficile, quasi come tornare dalla Luna!                                     
K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe.


Focus per il Blog:
Il Commissario per gli Affari Marittimi e la pesca, Maria Damanaki,  ha dichiarato di aspettarsi dagli Stati membri l'adozione di  tutte le misure necessarie a garantire il pieno rispetto normativo da parte delle proprie navi durante la principale stagione di pesca commerciale del tonno rosso, che è iniziata il 15 maggio 2011.
Il periodo dal 15 maggio al 15 giugno è quello in cui sono ammessi i pescherecci di grandi dimensioni con reti a circuizione per la pesca del tonno rosso nel Mediterraneo e nell’Atlantico orientale. Sono attive in questo tipo di pesca navi provenienti da sette Stati membri dell’EU: Spagna, Francia, Italia; Grecia, Portogallo, Malta, Cipro. La quota complessivamente dell’EU è di 5.756 tonnellate per la stagione 2011, ridotta rispetto alle 7.087 tonnellate dello scorso anno, quota di cui oltre la metà è catturata dalla flotta con reti a circuizione. Un rigoroso sistema di controllo e di ispezione è stato messo in atto per controllare e applicare tutti gli aspetti della pesca del tonno rosso. Si tratta di dispiegamento  di ispettori, navi e aeromobili gestito in sinergia dalla Commissione europea, dalla Agenzia Comunitaria di Controllo della pesca (CFCA) e dagli Stati membri. La Commissione europea controlla anche le catture e analizza i dati provenienti dal sistema di controllo dei pescherecci (basato su un sistema satellitare) su base oraria per garantire che tutte le regole, e in particolare le quote individuali per singolo contingente, siano pienamente rispettate.
Per quanto riguarda la questione delle navi battenti bandiera libica, la Commissione sta monitorando attentamente la situazione e tratterà in modo adeguato la
questione attraverso l'ICCAT e i propri strumenti giuridici.



Il contingente di cattura del tonno rosso assegnato all’Italia per la campagna di pesca 2011 è pari a 1.787,91 tonnellate ripartite tra i vari sistemi di pesca autorizzati.            
Fonti /link:
Allegato:
MIPAAF - Disposizioni applicative per la campagna di pesca del tonno rosso - Anno 2011
Contiene la regolamentazione per la pesca del tonno rosso  - pdf




venerdì 20 maggio 2011

Un altro continente di plastica, ma la plastica non si vede.

Oceano Pacifico - Il nuovo continente di plastica: 2500 chilometri di diametro, suddiviso in due “isole” di rifiuti che si concentrano nei pressi del Giappone e a ovest delle Hawaii, formando un vero e proprio continente delle dimensioni dell’intero territorio del Canada.


Ho cliccato  “continente di plastica” su google.  Dopo il primo impatto, in cui ti rendi conto che sei solo tu a non conoscere la vera situazione catastrofica di immense isole galleggianti che vagano in balia delle correnti oceaniche ( isole di 2.500 km di diametro nell’oceano pacifico, 64.000 pezzetti di plastica per la mostruosa zuppa del nord atlantico, 892.000 pezzetti di colorato polipropilene solo nel mar Tirreno..) ecco che ogni articolo riporta prima o poi una seconda notizia dopo le dimensioni delle isole di plastica:  la plastica non si vede bene dalle rilevazioni fatte dai satelliti.
Sembra quasi che se si vedessero bene queste rilevazioni magari con foto a contrasto con colori e sfumature rosa, la situazione sarebbe meglio raccontabile, piu’ di effetto. I soli disegni di planisferi infestati da isole di plastica il cui percorso è deciso dalle correnti, non sembra abbastanza di impatto. Poco mediaticamente efficace. No il problema è che le osservazioni dai satelliti sono quasi inutili perché la plastica risulta invisibile, molto spesso sotto la superficie dell’acqua.
Mi sto iniziando a chiedere se sarebbe vantaggioso inventare una plastica bioluminescente, bottiglie più consistenti, piatti di plastica con sensori colorati…insomma qualcosa che faccia vedere dai satelliti un bel contrasto di colori e di forme in movimento, cosi’ da poter finalmente misurare l’avanzamento dei rifiuti, la traiettoria e perché no, aprire un’agenzia di scommesse calcolando la velocità delle correnti e dei venti, per vedere chi arriva prima sulle spiagge. Le bottiglie di acqua effervescente naturale o il tappo del detersivo in polietilene?
Immagino perfino al posto delle previsioni meteorologiche, una bella mappa giornaliera al Tg delle 20.00 con il percorso tracciato dello spostamento delle isole di rifiuti galleggianti che dal mar ligure oggi – moderatamente ricoperto da bottiglie - si prevede un incremento delle dimensioni delle isole galleggianti verso il largo della Sicilia. Poca plastica oggi sul Mar di Sardegna ma è previsto un pericoloso incremento di buste, spazzolini, suole di scarpe dirette verso il Golfo di Trieste nel pomeriggio di Sabato.
Per finire con questa vantaggiosa soluzione cromatica, si potrebbe organizzare la prossima “Isola dei famosi” su enormi galleggianti isole di plastica al largo del Sud America ( Isole fresche fresche di formazione).  I protagonisti questa volta solo esclusivamente VIP rifatti. Anche se il silicone  dai satelliti non si vede ancora bene, sicuramente le isole si. Evviva problema risolto, ora il controllo satellitare è assicurato.  Possiamo iniziare a parlarne adesso.
k.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe.
Focus per il Blog:
Intanto affinché un bene comune come il mare sopravviva la strada sembra dover essere quella di  passare per tre verbi da coniugare alla plastica: produrre meno, consumare meno e riciclare di più.
Sulla base della concentrazione di frammenti di plastica nei campioni, gli studiosi francesi e belgi hanno calcolato che nell’intero Mediterraneo ci sono 500 tonnellate di plastica, sotto forma di 115.000 frammenti in media per chilometro quadrato.
I frammenti non sono distribuiti in modo omogeneo. In determinate aree sono più o meno numerosi in base al gioco delle correnti. Al largo dell’Isola d’Elba la spedizione ha trovato una concentrazione record: 892.000 frammenti per chilometro quadrato. Peggio che nei “vortici dei rifiuti” degli oceani.
Frammenti così piccoli non possono essere recuperati, almeno con le tecnologie attuali. L’unica soluzione è impedire che altra plastica finisca in mare. Il riciclaggio da solo non fa miracoli: è necessario anche ridurre ai minimi termini gli oggetti usa e getta e gli imballaggi.
Aspettiamo le Vostre valutazioni, idee, pensieri o solo testimonianze sul “nuovo continente di plastica” sul Blog di Vivere il Mare.it 

Link:
[VIDEO]Charles Moore fondatore di Algalita Marine Research Foundation parla al TED dell’inquinamento crescente dei nostri mari dovuto alle materie plastiche.
Fonti: La Stampa, Agorà Magazine, VoceScuola