lunedì 21 maggio 2012

Trucchetti per pesci ...non proprio freschi


Non potendo contare su essiccazione, salatura o affumicatura, la conservazione del pesce diventa un problema irresolubile. Non ai nostri tempi, naturalmente dato che per mantenere più a lungo la freschezza del pesce, è sufficiente metterlo in frigorifero o in freezer. Ma in passato, quando nè l'uno nè l'altro erano disponibili, per dare un aspetto di freschezza ad un pesce già vecchio, non c'era che un mezzo: tentare la frode. Il trucchetto che vi raccontiamo veniva usato al mercato di San Marco, a Venezia, intorno al 1300, ma sembra che pescivendoli disonesti l'usassero già nell'antica Grecia. Dato che non era consentito rinfrescare il pesce vecchio, magari del giorno prima, spruzzandovi sopra l'acqua, un pescivendolo ne aggrediva un altro; allora tutti i presenti, premurosi, gettavano sulla vittima, per farla rinvenire, secchiate d'acqua. Nel trambusto, l'acqua finiva "casualmente" ma in grande quantità anche sui pesci. Ridonando loro solo un'effimera giovinezza, spesso comunque sufficiente ad ingannare il malcapitato acquirente. 
Ma altrove le guardie erano più furbe dei ladri. A Bologna, al pesce che restava all'ora della chiusura sui banchi, veniva tagliata la coda, cosicchè all'acquirente non sarebbe stato difficile il giorno dopo distinguere il pesce fresco da quello vecchio.
Oggi per fortuna le cose son ben diverse, ma se siete a conoscenza di trucchetti  “anti-age” per  pesci … siamo curiosi di scoprirli!

K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe


venerdì 16 marzo 2012

I rifiuti non esistono

Domani li chiameremo materiali post-consumo, niente più rifiuti nel nostro futuro vocabolario. Tutto ciò che non sarà riutilizzabile, riciclabile e compostabile sarà da  considerarsi un errore e dovrà essere sostituito nel ciclo produttivo . 
Questa sembra essere la strada da seguire, da qui ai prossimi 10 -15 anni, per le istituzioni le imprese e le università che intendano rimanere sulla cresta dell’onda nel settore dello smaltimento rifiuti.
Una strategia, oggi diffusa nel nostro Paese, e in linea con gli studi effettuati dal consorzio nazionale imballaggi (Conai) che confronta  anche i posti di lavoro creati dall’industria del riciclo a quelli creati nella realizzazione di  inceneritori o discariche: il rapporto è di quindici a uno.
Riciclare non incenerire sembra quindi essere la formula magica per far sparire i nostri rifiuti e creare nuovi posti di lavoro.

                                                               K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe

martedì 6 dicembre 2011

I GAMBERONI TROPICALI A NATALE

Se ancora pensate che sia di moda mangiare prelibatezze tropicali, allora non leggete questo articolo. 
Soprattutto nel periodo delle feste molte famiglie italiane ritengono opportuno arricchire le proprie tavole con  ogni sorta di cibi fantasiosi la cui provenienza è a dir poco ignota.
Non solo  la papaya, il mango e i litchis …. ma  naturalmente a fare bella mostra sulle tavole natalizie troneggiano in tutte le salse i gamberetti tropicali.
Con ottomila chilometri di costa e la prima flotta pescherecci del Mediterraneo …noi italiani importiamo e compriamo volontariamente  gamberoni e  gamberetti  tropicali in grande quantità.  Certo il pangasio del delta del Mekong o la tilapia africana forse ci vengono propinati di nascosto e non li riconosciamo. Siamo tutti scusati anche per gli hallibut spacciati per sogliole, le  verdesche vendute come pesci spada e via di seguito..
Ma i gamberoni di 15 centimetri li avete mai visti a Ostia?
I Gamberetti in salsa rosa di solito arrivano da Equador e Mozambico (pescati in banchi naturali ) e da Cina e Vietnam ( di allevamento), mentre i gamberoni da fare alla griglia provengono da Argentina e da altri paesi del Sudamerica e dell’Africa.   Prima di arrivare in pescheria forse si sono fatti tre mesi di nave, anche se debitamente congelati.   Insomma mangiamo un gamberetto che ha viaggiato molto più di noi e la cosa più divertente è che dopo Natale magari partiamo per un viaggio tropicale in Indonesia e ci affanniamo a  cercare gli spaghetti con il pomodoro pachino proveniente naturalmente dall’Italia.
La maggior parte dei gamberetti tropicali in commercio hanno vita breve e crescita rapida e sono tropicali.
L a pesca intensiva permette di abbassare i costi ma le tecniche di pesca utilizzate rappresentano un rischio  notevole per l’ambiente. La maggior parte dei gamberetti tropicali proviene infatti dalla pesca a strascico, che oltre a danneggiare molte volte irrimediabilmente il loro habitat come le barriere coralline è anche causa di catture accidentali di specie minacciate come tartarughe e squali.
I gamberetti che non provengono dalla pesca a strascico vengono allevati molto spesso lungo le coste tropicali  in impianti di acquacoltura costruiti distruggendo  foreste di mangrovie ( ecosistemi importantissimi per molti animali) e molto spesso data la densità altissima di gamberetti in questi bacini, si impiegano grosse quantità di pesticidi e antibiotici per  evitare malattie e massimizzare i profitti.
Comunque la mettiamo sarebbe meglio evitare di comprare gamberetti e gamberoni  o cercare introvabili allevamenti di gamberetti allevati biologici del commercio equo  ( dove???).
K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe
Per approfondimenti
www.slowfish.it ( iniziativa NO GRAZIE NON NEL MIO PIATTO )

venerdì 30 settembre 2011

La sabbia che ci portiamo a casa

Piccoli sacchettini di sabbia rubata, sassi per lo più bianchi (chissà perché), ciotoli o conchiglie….alcune volte pezzi di bottiglie di birra smussate dalle onde trasformate in pietre preziose.  
Assolutamente da portare a casa. E poi?
I sassi rimangono umidicci in qualche angolo del baule per settimane, rotolano insieme a ombrelli annoiati e ruote di scorta, la sabbia dorata della spiaggia  tropicale si spegne nella vetrinetta del soggiorno. Per i più meticolosi, sgualcite etichette con data e luogo riportano la data di morte dei granelli.
Non tutti saranno d’accordo, e tutti continueremo a portarci a casa qualsiasi ricordo marino di quella bella vacanza, ma riflettiamo un attimo.
Il divieto di accesso alla spiaggia di Budelli in Sardegna, deriva proprio da questi furti che i frenetici turisti hanno operato per anni sotto la luce del sole.
Che fine ha fatto quella sabbia? Davvero siete fieri di  avere a casa solo per voi un pezzettino di spiaggia rosa? A chi lo mostrate e perchè?
Certo è che nella nostra storia, l’uomo da sempre raccoglie e conserva monili che trova in natura, all’inizio erano oggetti utili, sassi da scheggiare per farne degli utensili o doni per omaggiare gli Dei ….ma oggi forse possiamo lasciare tutto dove è.
Se davvero volete raccogliere qualcosa da portare a casa, provate con le bottiglie di plastica o i tappi delle creme, vi assicuriamo il risultato è ottimo.
Insomma svuotate le vostre vetrinette e ridateci ogni singolo granello!! E’ anche nostro, non di chi se lo porta a casa!
  k.R. la ragazza con la sabbia ( quella che rimane) nelle scarpe

martedì 6 settembre 2011

LE VOSTRE SEGNALAZIONI DEI MIGLIORI “TESORI DA SPIAGGIA” 2011

Grazie alle Vostre foto abbiamo raccolto numerose testimonianze in questa calda estate 2011, dei migliori “tesori ritrovati sulle nostre spiagge”, non vogliamo fare ulteriori commenti, bastano le immagini e i vostri  pungenti resoconti. Eccone una piccola parte:

Foto n° 1  CANCELLO SENZA RETE  ISOLE EOLIE - VULCANO

Foto di Federica - Milano
Questo tesoro da spiaggia un tempo utile per proteggere  una bellissima zona… ha fatto la sua vita, ma ora l’inutile arrugginito lucchetto serve solo ad esprimere un desiderio, quasi si trovasse in un film di Federico Moccia su Ponte Milvio!

Foto n° 2   ESAMI SPINOSI  ISOLA DEL GIGLIO  -  Giglio Porto

 Foto di Tiziana -Napoli
L’esame più grande da affrontare per chi ha inciso questa foglia di cactus sarà imparare il rispetto per la natura.

Foto n° 3   FUORI O DENTRO FA LA DIFFERENZA  OSTIA LIDO
Foto di Stefano - Roma
Le 6 sigarette spente nel portacenere non le rivedremo più. La sigaretta spenta sulla spiaggia sarà nostra vicina di ombrellone anche i prossimi anni. Si sempre lei.

Foto n° 4  RIFIUTI VICINI VICINI  CELLE LIGURE (SV)

Foto di Paolo- Reggio Emilia
Le due amiche hanno passato 6 ore sedute a chiacchierare sulla spiaggia in compagnia di bottiglie e polistirolo portati dalla marea.

Foto n° 5  I COLORI DI SVETI STEFAN  MONTENEGRO

Foto di Patrizia Apicerni - Roma
Nella cornice offerta dalla splendida costa montenegrina, ecco come residenti e turisti contribuiscono a colorare il paesaggio. Un valore aggiunto che possiamo ritrovare (ahinoi!) lungo tutte le spiagge del paese.

Foto n° 6   ESORCIZZARE IL PASSATO  DHERMI’- SUD DELL’ALBANIA

 Foto di Giulio P. - Roma
Nella possibilità di un'invasione dall’Europa Occidentale, dal 1950 Hoxha fece costruire in tutto il paese migliaia di bunker in cemento in tutto il paese, che servissero come posti di guardia o depositi di armi. Oggi sono utilizzati come depositi di spazzatura, i bagnanti li ignorano e si godono la ritrovata spensieratezza.

Foto n° 7   QUALCUNO DOVRA’ PUR FARLO!  DHERMI’- SUD DELL’ALBANIA

Foto di Marco M. - Milano

Come suggeritomi da un amico albanese, trovandomi quest’anno nei Balcani, sono andato a visitare Dhermì, località che si affaccia sul mar Ionio a sud dell’Albania, a pochi km dalla Grecia. Questa spiaggia di sassi è artificiale, essendo stata “trapiantata” dopo che gli abitanti della zona avevano esaurito la sabbia per costruire le loro case. Come nel resto del territorio, residenti e turisti non hanno chiaro il valore paesaggistico e naturale di questo mare.

Foto n° 8  ATTENTO CHE CADI   SILVI (TE)
            
Foto di Angeladea Italiani - Silvi Marina
Sull'ingresso della spiaggia libera c'è un bel tombino...aperto. L'unica barriera protettiva per non farci cadere i villeggianti sono delle comodissime transenne. Il tutto è circondato da detriti di rifiuti. Il signor tombino è cosi scoperto dall'inizio dell'estate..chissà se qualche sbadato ci ha messo il piede dentro. Ma troviamo il lato positivo: visto nel complesso sembra un quadro surrealista!
                                              K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe

venerdì 29 luglio 2011

“Tesori da Spiaggia” 2011

Rifiuti in spiaggia a Silvi Marina (Teramo) 7/7/11
 Sigarette, bastoncini di ghiacciolo, carte di gelato, bottiglie di plastica e flaconi di crema vuota, ma anche quotidiani sgualciti dal vento e riviste di gossip abbandonate.  Dipende in quale zone siamo …. a volte si possono trovare ancora scatole di tonno unte e perfino ombrelloni rotti.
Unica costante è che quasi sempre tutti questi tesori si trovano a pochi metri dal mare, sulla SPIAGGIA. Già la spiaggia … avete presente quella striscia di sabbia dove ci si sdraia per molti di noi gli unici 10 giorni di ferie dell’anno? Proprio quella.
Si è calcolato che una fila di “cicche” lunga quanto due volte l'Everest, oltre 17mila metri, verrà raccolta sulle spiagge nella due giorni, il 6 e il 7 agosto per liberare 330 spiagge da 600 mila filtri di sigarette abbandonati dai bagnanti. Ogni filtro impiega cinque anni per biodegradarsi e sparire dalla nostra spiaggia.
In fondo non sono tanti 17mila metri di mozziconi da raccogliere se pensiamo che secondo i dati 2011dell'Istituto Superiore di Sanità, in Italia i fumatori sono circa 12 milioni, ovvero il 22,7% circa della popolazione. Non andranno mica tutti al mare, vero? 
Facendo un po’ di conti, un giovane assistente bagnante impiegato da maggio a settembre in una spiaggia privata, potrebbe alla fine di ogni calda giornata di sorveglianza bagnanti, racimolare una vera fortuna e non solo sulla spiaggia ma naturalmente anche in mare.
Se fosse una caccia al tesoro o un concorso a premi per chi raccogli più schifezze sulla battigia, in questo fine luglio avrebbero buone possibilità di vincere i bagnanti di Silvi  -località balneare  abruzzese - invasa di rifiuti galleggianti  in una delle giornate più affollate di questo inizio estate.
Concludiamo con un consiglio per chi vuole partecipare alla caccia al tesoro:  i rifiuti  non galleggianti non fanno molta notizia, ma sicuramente sono sul fondo e non si vedono, ma valgono ugualmente.  Lanciamo allora questa “Caccia al Tesoro da Spiaggia” 2011.
Verranno pubblicate sul nostro sito le vostre migliori  testimonianze fotografiche di situazioni critiche “Tesori da spiaggia” (si consiglia di allegare qualche nota - data e luogo obbligatori). Modalità di invio: mail a scrivi@vivereilmare.it  formato JPEG dimensioni max 800x600 . Scadenza invio foto  30 agosto 2011. Per gli autori delle prime 15 migliori foto in regalo le fantastiche T-shirt di “Vivere il Mare”.
Aspettando di incoronare a fine agosto  i “fotografi - raccoglitori” sezione rifiuti sul litorale, vi ricordiamo che per le sezioni storiche: rifiuti nel centro città, rifiuti su marciapiedi, ingombro nei giardini ecc.. ci rivediamo a settembre. Non mancheranno le occasioni.
K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe

giovedì 14 luglio 2011

La Catena da spezzare


Video realizzato dagli studenti del Primo Liceo Artistico di Torino

Un piccolo uomo verde si allontana di spalle cantano  “sul mare luccica l'astro d'argento….” mentre l’ultimo bidone tossico viene tristemente buttato in mare. La “catena” continua, i pesci mangiano quello che trovano in mare e noi mangiamo i pesci.
I ragazzi del Primo Liceo Artistico di Torino alcuni anni fa hanno vinto con questo video il premio più significativo della manifestazione Video Festival di Vivere il Mare: il premio Giuria Giovani.
“Catena” molto attuale anche per il Professor Roberto Danovaro - direttore del Dipartimento di scienze marine dell’Università politecnica delle Marche -  intervistato dalla nostra redazione recentemente  in occasione di una sua conferenza organizzata a SlowFish a Genova. (guarda l'intervista)
  
«Sono tanti i rifiuti tossici ed è molto difficile sapere esattamente dove si trovano e quale danno stanno facendo. Pensiamo solo che il 95 % della biosfera -l'insieme delle zone della Terra in cui le condizioni ambientali permettono lo sviluppo della vita-  è sott’acqua e al buio - specifica Danovaro - e fino ad ora abbiamo esplorato solo il 5%  del “territorio marino”».
Fughe radioattive, incidenti petroliferi, relitti abbandonati e rilascio massivo di sostanze altamente tossiche…. ma anche “bombe & Co.” Già l’industria bellica ogni tanto fa pulizia adottando l’antico sistema di nascondere sotto il tappeto la polvere, vale anche per le munizioni e le armi chimiche  ovviamente. Bisogna pur metterli da qualche parte questi costosi avanzi e le profondità marine sembrano proprio invitanti nascondigli. Chissà quanti sono.
Oggi esistono grafici mondiali di zone marine proibite perché pericolose. Ad esempio l’adriatico tra i 115 metri e i 1.200 metri sembra essere una giusta discarica di residui bellici, ma non è il solo.
Zone p-e-r-i-c-o-l-o-s-e…. ma  chi decide i confini della pericolosità? Anche a pesci e molluschi è vietato l’accesso? Perché se ne parla poco? Abbiamo imparato a fare la polvere, ma non a pulire a fondo.

Verrebbe voglia di svuotare momentaneamente il mare, proprio come  l’assillante pubblicità di questa estate 2011 che “stappa” il mare come fosse una grande vasca da bagno. Svuotare il mare  per far pulizia: togliere le bombe, le munizioni, i cavi sottomarini, i grovigli di chilometri di reti abbandonate, i relitti arrugginiti e guardare a secco le trivellazioni e le piattaforme petrolifere incastonate tra i solchi lasciati delle reti a strascico.
Si sta giocando una grande partita con il mare, ma tutto ciò che conosciamo del mare profondo sotto i 3.000 metri  corrisponde alle dimensioni di due campi da calcio! 
Attenzione la squadra che vince sceglie il campo.

K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe

Focus

Slowfish 2011. Prof. Roberto Danovaro – Università politecnica delle Marche

Munizioni scaricate in mare: rischi e sfide  - http://www.greencrossitalia.org/
Reti fantasma danneggiano l’ecosistema marino - http://www.fao.org/news/story/it/item/19405/icode/