mercoledì 22 giugno 2011

LA FORZA DEL MARE, LA NUOVA RISORSA ENERGETICA


Intorno alle coste italiane, solo dalle onde una potenza pari a sei centrali nucleari EPR
(quelle che sarebbero dovute essere costruite in Italia e che sono state respinte dal Referendum).


Mappa del potenziale medio annuo del moto  ondoso al largo delle coste italiane
fonte: Abstracts del workshopRinnovabili Marine su  www.marescienza.it

Il 16 e 17 giugno si è svolto  a Roma il workshop organizzato dall’ENEA
“Prospettive di sviluppo dell’energia dal mare per la produzione elettrica in Italia”.

Regno Unito, Portogallo, Norvegia, Stati Uniti, Giappone e Canada investono significativamente in questo settore tecnologico proiettato alla ricerca di nuove forme rinnovabili di energia già dagli anni ’70. L’Italia con i suoi 8.000 chilometri di costa adesso deve iniziare a pensarci.

Esiste un potenziale energetico sfruttabile dalle onde e dalle correnti intorno alla nostra bella Italia, che sarebbe in grado di produrre una potenza energetica sorprendente.

Basti pensare che le correnti dello Stretto di Messina sarebbero in grado di produrre energia per una città con due milioni di abitanti. Oppure alla corrente Levantina che scorre a Ovest della Sardegna spostando miliardi di tonnellate d'acqua e quindi d'energia.

Progetti importanti e grandi passi avanti, ma bisogna sempre fare i conti con il delicato ecosistema marino italiano. I tecnici stessi dell'Enea sottolineano come sia impensabile cementificare l'intero percorso della costa italiana causando notevoli danni ambientali ed economici. Ma basterebbe intervenire sulle strutture esistenti per ricavare una potenza necessaria
ed avere il minor impatto ambientale possibile.

<<Sulle coste - spiega il Professor Marco Marcelli dell'Università della Tuscia - ci sono enormi attività ed ecosistemi da salvaguardare, sono dei beni che il progresso deve tutelare. Per questo va rivisto il vecchio Piano nazionale difesa mare e coste del 1982". "Questa verifica andrebbe fatta subito, visto l'esito del referendum e la conseguente necessità di un mix energetico che, oltre al sole e al vento, può contenere anche la forza del mare nel rispetto dell'ambiente>> ha proseguito Marcelli spiegando che la verifica del Piano <<costerebbe appena 1 mln di euro e, se si aggiungono le boe per le misure sperimentali, i costi non superano i 4-5 mln di euro per progredire più velocemente su questa nuova prospettiva energetica>>.

Su 350 chilometri di costa già cementificata (come porti, dighe foranee o frangiflutti), si potrebbero ricavare circa 1.600 MW.

''L'altra priorità e' investire in ricerca e sviluppo tecnologico'', ha concluso l’oceanografo Marco Marcello, amico di “Vivere il Mare” da sempre e responsabile scientifico della trasmissione televisiva VIVERE IL MARE  andata in onda per 14 puntate su RAI 2 nel 2006.


K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe.
FOCUS

lunedì 13 giugno 2011

Golfo del Messico un anno dopo - Una tragedia vecchia, un finanziamento nuovo

Creato un fondo di venti miliardi di dollari dalla compagnia petrolifera
Bristish Petroleum per coprire i risarcimenti richiesti dopo la marea nera



Offshore  cioè in mare aperto, è questo il termine utilizzato per identificare una piattaforma di perforazione istallata lontano dalla costa. La Deepwater Horizon         -istallata a circa 60 chilometri dalle coste della Luisiana- un anno fa era proprio questo, una avveniristica piattaforma petrolifera di fabbricazione sudcoreana e di proprietà della società svizzera Transocean,  affittata alla più grande compagnia petrolifera britannica, la Bristish Petroleum.
Il 14 aprile 2010 la piattaforma si incendia, esplode e si inabissa sversando  dal tubo di perforazione posto a circa un chilometro e mezzo sott’acqua, cinque milioni di barili di petrolio.  Undici lavoratori morti, 1.700 chilometri di coste e paludi compromesse e seimila uccelli uccisi nei tre mesi di tempo che i tecnici impiegarono per chiudere la falla. Il Golfo del Messico compromesso.
Questo è quello che il mondo ha visto, ma il peggio forse lo dobbiamo ancora vedere:  gli scienziati, infatti, non hanno ancora chiaro l’impatto di medio -lungo termine del greggio sul fragile ecosistema del Golfo e la domanda ittica e turistica delle comunità rivierasche di Florida, Alabama, Missisipi e Luisiana  (oltre 20 milioni di persone ) sono in ginocchio.
 Il peggior disastro ambientale del genere nella storia, non solo statunitense.           Ad un anno dalla tragedia  il presidente Obama ha ribadito l’impegno della sua amministrazione a << fare tutto il possibile per proteggere e risanare le coste del Golfo del Messico>>, ancora pesantemente segnate dalla fuoriuscita del petrolio.
Una tragedia alla quale duemila volontari stanno ancora oggi cercando di porre rimedio e un fondo creato dalla compagnia petrolifera britannica di venti miliardi di dollari per coprire i risarcimenti richiesti da pescatori e altri operatori colpiti dalla marea nera.
Nonostante le conseguenze ambientali, economiche e politiche, dopo un anno dal disastro, la compagnia britannica British Petroleum ha ricominciato a fare lobbying ed è tornata ad essere appetibile nel novero dei finanziatori dei deputati per il voto del 2012. Anche l’iter di concessione dei permessi di nuove perforazioni one e offshore sembra velocizzato in questo periodo pre-elettorale.
Con lo stanziamento di un miliardo di dollari destinati a sovvenzionare i progetti di ripulitura del Golfo del Messico,  la compagnia petrolifera in questione, darà il via ai lavori di ripulitura delle coste inquinate dalla marea nera.  <<l’accordo non avrà alcuna incidenza sul conto finale che la British Petroleum dovrà  saldare per le spese di ripulitura>>, ci tiene a sottolineare da Washington il ministero della Giustizia Usa .                                                      
Ad un anno da questa temibile tragedia ambientale, in un momento in cui le prospettive delle fonti fossili  non potrebbero essere migliori  a causa della scia di Fukuschima ancora nell’aria , speriamo che i nuovi finanziamenti stanziati prevedano una nuova sicurezza per l’uomo e per l’ambiente.
k.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe
Guarda il video: