Domani li chiameremo materiali post-consumo, niente più rifiuti nel nostro futuro vocabolario. Tutto ciò che non sarà riutilizzabile, riciclabile e compostabile sarà da considerarsi un errore e dovrà essere sostituito nel ciclo produttivo .
Questa sembra essere la strada da seguire, da qui ai prossimi 10 -15 anni, per le istituzioni le imprese e le università che intendano rimanere sulla cresta dell’onda nel settore dello smaltimento rifiuti.
Una strategia, oggi diffusa nel nostro Paese, e in linea con gli studi effettuati dal consorzio nazionale imballaggi (Conai) che confronta anche i posti di lavoro creati dall’industria del riciclo a quelli creati nella realizzazione di inceneritori o discariche: il rapporto è di quindici a uno.
Riciclare non incenerire sembra quindi essere la formula magica per far sparire i nostri rifiuti e creare nuovi posti di lavoro.
K.R. la ragazza con la sabbia nelle scarpe